di Alessio Lattuca

Il Pro-Rettore Vicario dell’Università degli Studi di Messina, Giovanni Moschella, dopo i saluti si è attardato sulle ragioni che hanno suggerito l’organizzazione della Conferenza ….pensata perche si rende necessario e urgente dibattere ed affrontare il tema cruciale rappresentato dalla svolta epocale che può generare il corretto utilizzo del PNRR. Ha segnalato soprattutto la necessità di sostenere le aree che registrano maggiori difficoltà attraverso “strumenti giuridici” mai utilizzati. Nel sottolineare l’aspetto positivo e l’efficacia del “piano” ha richiamato i rischi che il profluvio di risorse economiche possa generare “distorsioni”.

Il Presidente di Confimpresa Euromed, Alessio Lattuca, ha ricordato che la conferenza si svilupperà con vari tavoli in tutto il 2022 in formato blended di persona e in streaming attraverso la piattaforma www.mezzogiorno emediterraneo.it e sui social. La piattaforma oltre all’esigenza del confronto
e approfondimento, si prefigge di monitorare la distribuzione delle risorse tra le diverse aree del Paese e, in particolare, per la loro destinazione al Sud. Posto che la priorità trasversale del piano nazionale di ripresa e resilienza riguarda la riduzione dei “divari territoriali” che caratterizzano il Paese e che hanno reso possibile l’enorme finanziamento dall’UE, a tale proposito condizionato. Al riguardo ha precisato che occorre riprogrammare il piano con la dovuta trasparenza, perché è il momento di ripensare la “questione meridionale” anche per dissipare diffusi dubbi sulla effettiva volontà di aiutare il Sud e sulla filosofia adottata “per la ripartenza” dal Governo, secondo la quale il differenziale di crescita con le economie più forti potrà essere “colmato” soltanto dando ossigeno, mediante lo scioglimento di briglie, all’economia del nord e alle società pubbliche: FFSS, Anas, Eni, Snam, Enel, Leonardo, etc, alle partecipate. In definitiva, continua, occorrerà individuare soluzioni e strumenti indispensabili per risolvere o quantomeno, attenuare i guasti, le disuguaglianze, le povertà e i divari causati da troppi anni di sfrenate politiche liberiste che hanno dispiegato i nefasti effetti su un'economia (di per sé vulnerabile), in assenza di paletti e di norme adeguate, compreso (vedi condizionalità dell’UE) una moderna legge sulla concorrenza. Michele Messina, Professore
associato di Diritto dell’Unione europea dell’Ateneo, ha svolto una dettagliata relazione sugli effetti della pandemia che hanno dato origine ad una crisi “simmetrica” orizzontale e verticale, ed hanno a acuito le criticità dei Paesi che avevano gravi deficit, al contrario di quelli che erano in possesso di un significativo avanzo di bilancio. E da qui l’idea di Next Generation Eu. Ha continuato sul tema della tutela dello stato di diritto che è alla base giuridica del Trattato e sull’aspetto rilevante dell’art 175 del Tfue; Piero David, Ricercatore in Economia applicata presso ISMED-CNR ha relazionato su Next Generation Eu ed ha posto l’attenzione sulla necessità o sull’urgenza dell’analisi e della governance, per non vanificare l’ occasione storica e la sfida cruciale che rappresenta il Piano di Rinascita e Resilienza, per il Paese. Che richiede impegno delle Istituzioni Italiane ed Europee. Andrea Morniroli, Coordinatore del Forum Diseguaglianze e Diversità ha svolto significative considerazioni sulla necessità per il Paese di uno “sviluppo giusto” che tenga nella dovuta attenzione il welfare. Ha posto l’attenzione sulle notevoli fragilità che derivano dal progressivo aumento della povertà ormai trasversale nel Paese ed ha segnalato che occorre modificare le politiche a favore della scuola per combattere la povertà educativa e la dispersione scolastica che alimentano le disuguaglianze. Tutti elementi da osservare con una lente d’ingrandimento perché la profezia si autoavvera: “la scuola non è più un ascensore sociale”. Pertanto, in presenza di numeri di pericolosa densità occorre
allarmarsi e procedere per riprogrammare e co – programmare il Pnrr, scritto in totale assenza di dialogo che in conseguenza diventa “opacità”. Lidia Di Vece, Presidente della Federazione per l’Economia del Bene Comune in Italia ha attenzionato la platea sulla urgenza della valorizzazione dei valori, sul privilegio che l’elemento in questione può assicurare agli Enti che si dotano del bilancio dei Beni Comuni, scelta che può essere suggestiva anche, per monitorare e allineare, posizionare le imprese con la velleità di incoraggiare l’imprenditore al Bene Comune. Ha ricordato che tendere al Benessere, con un nuovo modello di sviluppo sostenibile, un nuovo modello organizzativo, una nuova modalità di “misurazione” che tenga nella dovuta considerazione la dignità umana e la natura, non è una Utopia e al riguardo non bisogna pensare di non avere alternative. Ha auspicato che la Comunità si dedichi all’uso responsabile delle risorse. Guido Bissanti, Presidente di ConfimpresaGreen ha richiamato l’attenzione sul dato: ogni anno il cambiamento climatico costringe alla fuga circa 20 milioni di persone. Il loro diritto ad essere tutelati e aiutati, però, però è molto limitato. Si tratta quindi di una crisi sociale che colpisce soprattutto chi contribuisce meno alle cause del cambiamento climatico. Ha insistito sulla Crisi Climatica che a suo dire, è una Crisi Sociale. E su un tema
davvero complesso che ha a che fare con il rapporto dell’uomo con la natura e sull’influenza crescente che esso esercita sul clima e sulla variazione della temperatura terrestre, in particolare attraverso attività quali essenzialmente: la combustione di combustibili fossili; la deforestazione; l'allevamento del bestiame, ecc..
Per avviare il processo di “transizione Agroecologica” avevamo bisogno di inserire in una norma di Legge “algoritmi” che attuassero questa conversione e al riguardo in sicilia è stata emanata la L.R. 21 del 29-07- 2021 (ex DdL 394-533) “Disposizioni in materia di agroecologia, di tutela della biodiversità e dei prodotti agricoli siciliani e di innovazione tecnologica in agricoltura” con evidenti ricadute sullo sviluppo: Utilizzando solo il 10 % delle tare si avranno 16.190 Ha circa di superficie disponibile per la produzione di energie rinnovabili. Per semplicità di calcolo poniamo che venga utilizzata per impianti fotovoltaici (non mettendo nel conto mini-eolico, idroelettrico, biomasse, ecc.).Il dato di produttività ci permette di stimare la produzione annua (AEP – Annual Energy Production) dell’intero ecosistema produttivo fotovoltaico, di cui sopra, pari a circa 13,6TWh/anno (pari al 5% e all’83% dell’intero fabbisogno elettrico rispettivamente nazionale e siciliano nel 2020, non considerando le perdite di trasmissione) con produzione elettrica proveniente solo dal 10 % delle tare disponibili all’interno dei terreni agricoli della Sicilia. Ha, infine, richiamato l’attenzione su: Il Reddito di Ruralità Responsabile (RRR): Questione sociale e sovranità alimentare Piano Energetico Rurale (PER): Questione sociale e sovranità energetica Strategia per le Aree Interne della Sicilia (SNAI) – Interventi (Viabilità)Interventi (Borghi Rurali e F.R.). Giuseppe Scuderi, Presidente Parco Scientifico e Tecnologico Sicilia ha trasmesso la nota: “un impegno familiare dell’ultimo minuto mi ha portato fuori sede, impedendomi di partecipare all’incontro di questo pomeriggio presso l’Università di Messina. Me ne scuso con te e gli altri relatori e mi dispiace non poter intervenire anche in considerazione dell’importanza dell’argomento.

Il PNRR costituisce un’occasione unica per il nostro Paese e per la Sicilia in modo particolare. Se sapremo utilizzarla assicureremo un futuro migliore alle future generazioni. E’ di importanza capitale riuscirci! In definitiva i relatori hanno discusso sulle opportunità che il Next Generation EU e il PNRR in Italia costituiscono soprattutto per le aree più svantaggiate del Paese, tra cui la Sicilia, attraverso uno strumento basato su meccanismi di erogazione differenti rispetto ai fondi strutturali non sempre impiegati appieno.